Non è solo una moda, ma anche un’esigenza che nasce interiormente e che per questo l’universo femminile, da sempre allenato alla riflessione, al cercare dentro, ancor più che fuori, accoglie più facilmente
Diciamolo: camminare è di moda. Sono sempre più numerose le persone che, indossati scarpe sportive e zainetto, si preparano a camminate più o meno lunghe. Che si tratti di escursioni di una o più giornate, di una passeggiata nel parco vicino a casa o di un Cammino dalle origini antiche, l’importante è camminare. Se ci pensate è significativo che nell’epoca della iperconnessione, della tecnologia e della velocità si riscopra qualcosa come il camminare, che parla di lentezza, di contatto diretto con la natura e, in un certo senso, di ritorno alle origini. Vale per la passeggiata breve e – ancor più – quando si sceglie di investire tempo, trascorrere un lasso di tempo lungo giorni o addirittura settimane per viaggiare camminando. Ecco quindi il rinnovato successo di percorsi antichi e sacri, dal Cammino di Santiago alla Via Francigena, al Cammino degli Dei, solo per citarne alcuni.
Ma cos’è che spinge una persona, che magari nel quotidiano è mediamente pigra o mediamente sportiva, a mettersi uno zaino sulle spalle e camminare ogni giorno diverse ore per tanti giorni? Come mai anche i più giovani ne sono attratti? È solo moda? Mi piace pensare che sia sì, una moda, che ci restituisce tuttavia qualcosa di potente e ancestrale.
CAMMINARE È UN LENTO VIAGGIARE E NELLA LENTEZZA TROVANO SPAZIO LA FANTASIA, LA RIFLESSIONE, IL SILENZIO
Camminando è facile trovare altre prospettive, lampi di intuizione che nella staticità delle quattro mura o davanti allo schermo che racconta tutto e il contrario di tutto fanno fatica a liberarsi. In un’epoca in cui il lavoro per lo più e per i più appesantisce la mente molto più del corpo, stancare il corpo diventa un delizioso lusso che permette alla mente di alleggerirsi. Passo dopo passo, la mente lentamente e magnificamente si svuota. E quando la mente si alleggerisce il cuore può ritrovare il suo naturale respiro, la sua naturale ampiezza. Liberandosi dai lacci dei pensieri e delle credenze limitanti. Il “segreto” è tutto qui, sudare per ricominciare ad amarsi.
SUDARE PER RICOMINCIARE AD AMARSI
Nel tran tran del quotidiano è possibile che giochiamo spesso le stesse carte: possiamo contare sulla nostra affidabilità, senso di responsabilità, senso estetico, educazione, cultura: tutte ottime carte che tuttavia possono, a lungo andare e nell’eccesso, risultare un pochino limitanti e faticose, ma di quella fatica che affatica mente e spirito, più che farti fisicamente sudare. L’arte – per così dire – del camminare impone un’uscita dalla zona di confort. Come? Un piccolissimo esempio che potrà, penso, rendere l’idea: perché il peso dello zaino sia sopportabile dovrebbe corrispondere al 10% del peso corporeo: pochino, eh? Quindi via il phon, peso inutile. Via tutto l’occorrente per il make up, via lo straccetto elegante. In altre parole, viaggiando a piedi si impara una cosa fondamentale: dare valore a ciò che davvero serve ed eliminare il resto. Less is more, avrete certamente già sentito questa frase. Il camminare insegna la semplicità, si impara che si può fare veramente con poco, con molto meno di ciò a cui siamo abituati. Potremmo dire che al nostro tavolo da gioco vanno ad aggiungersi anche altre carte, re-impariamo la semplicità, il fare con-quel-che-c’è, il mostrarsi come si è, senza trucco o altri artifici. Re-impariamo a dare importanza all’essere, al di là dell’apparire.
“In me stesso trovavo, e trovo, un istinto verso una vita più alta o, come si dice, spirituale (come succede a molti uomini), e per un altro verso una vita selvaggia, primitiva ed esuberante: io le accettavo riverentemente ambedue.” Henry David Thoreau
DONNE CHE CAMMINANO DA SOLE
Ma permettetemi di tornare al titolo di questo articolo: Donne che camminano da sole. È ovvio che, sui sentieri del mondo, non ci sono solo donne, ci mancherebbe. Incontrerete, se vorrete fare quest’esperienza, sia uomini che donne. Tuttavia, a camminare da sole sono spesso le donne. Di tutte le età e di tutte le taglie, come recita un programma televisivo di successo. Alcune esitanti, altre indomite, altre leggiadre quasi a sfiorare il terreno. Altre ancora pesanti, affaticate e stupite loro stesse di essersi lanciate in questa impresa. Tutte meravigliosamente vitali. Forse perché la donna è da sempre allenata alla riflessione, al cercare dentro, ancor più che fuori. Per questo motivo forse la percezione è che siano più frequentemente le donne a camminare da sole e a cercare quell’uscita dalla zona di confort che permette loro di mettersi alla prova. Di essere curiose verso se stesse e scoprire lati della propria personalità che nel quotidiano faticano ad emergere. La natura, il contatto con gli elementi restituiscono a una dimensione selvatica, ancor più che selvaggia. Nel sangue che scorre più velocemente nelle vene, nel contatto con la terra, ritroviamo la nostra meravigliosa vitalità, quella forza istintuale che è dentro di noi e che così facilmente dimentichiamo.
Avete presente quei casi di mamme che, nell’emergenza, hanno saputo sollevare pesi enormi pur di liberare i loro figli da un pericolo incombente? Beh, è di quella “roba lì” che stiamo parlando. Perché attendere la catastrofe, per ritrovarla? È un’energia potente e presente in ognuno di noi. Non va temuta, non va soppressa, va conosciuta e gestita. Nell’essenzialità che il Cammino insegna ritroviamo e recuperiamo parti di noiche spesso, nel quotidiano, lasciamo da parte. Dimenticate e trascurate, queste parti di noi si fanno sentire come possono, spesso attraverso segnali corporei ai quali non sempre prestiamo attenzione. Siamo molto più ampie di quel che pensiamo. Tanta ricchezza, dentro di noi. Impariamo a conoscerla e a portarla nelle nostre vite, camminando passi nuovi, sia in senso fisico sia in senso interiore. Del tutto volutamente, il titolo di questo articolo ricorda e vuole rendere omaggio al testo scritto da Clarissa Pinkola Estés: Donne che corrono coi lupi, di cui riprendo qui le “Regole generali dei lupi per la vita”.
LE REGOLE GENERALI DEI LUPI PER LA VITA
• Mangiare • Riposare • Vagabondare • Mostrare lealtà • Amare i piccoli • Cavillare al chiaro di luna • Accordare le orecchie • Occuparsi delle ossa • Fare l’amore • Ululare spesso
Mi permetto di aggiungere io: non necessariamente tutto e non necessariamente in questo ordine!
Se ti incuriosisce il tema della molteplicità interiore, dei diversi aspetti della personalità e della loro ricchezza, se desideri – a prescindere dalla magnifica esperienza del camminare – saperne di più su come conoscerli visita il nostro sito www.winnerteam.it o scrivi a info@winnerteam.it Se desideri scrivere a me personalmente puoi farlo inviandomi una mail a paola.poluzzi@winnerteam.it
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